Trekking e turismo. Tante idee per far vivere un sito magico e fragile
Un’intervista di Francesco Paletti al nostro Presidente.
Ecco l’articolo uscito su La Nazione di Pisa il 22 novembre 2018
Non entra nel merito, «perché prima è necessario studiare le carte in modo dettagliato, però sul fatto che l’Acquedotto Mediceo vada ristrutturato e curato proprio non ci sono dubbi». La conosce quasi a memoria Michele Colombini, Presidente dell’Associazione “Piedi in Cammino” il tracciato del monumento progettato alla fine del cinquecento dall’Architetto Raffaello Zanobi di Pagno e che attraversa la campagna pisana. Perché lì sotto corre il percorso del “trekking con lungo la Via degli Acquedotti”, ideato proprio dall’Associazione fondata nel 2011 dal cunei guida ambientale pisane e che oggi conta una novantina di Soci. Un tragitto che collega Pisa a Lucca, perché coinvolge anche l’Acquedotto Nottolini sull’altro versante dei Monti Pisani, e che dal 2012 ad ora è stato percorso da centinaia di persone, accompagnati dalle guide dell’Associazione.
«Serve eccome un intervento di ristrutturazione dice , a partire però dalla consapevolezza che si tratta di un’opera con problemi strutturali fin già dagli anni in cui veniva costruita, cosa comprensibile visto che le arcate corrono su un terreno acquitrinoso come quello del Padule di Asciano». Ma non è l’unica cosa di cui ci sarebbe bisogno lungo le arcate: «Intanto si potrebbe cominciare mettendo in sicurezza il tragitto: in che modo? Posizionando dei semafori a chiamata nei punti di attraversamento pedonale o facendo funzionare quelli che già ci sono, come nel caso dell’incrocio fra le vie dei Condotti e Puccini. E poi curando di più la manutenzione del verde, anche se devo riconoscere che negli ultimi mesi qualche passo avanti è stato fatto».
L’Acquedotto Mediceo ha bisogno di cure, dunque. Ma non è l’unico scorcio del territorio compreso fra Pisa e i Monti Pisani a necessitare di interventi: «Sarebbe importante anche risistemare e riaprire il Centro Visite dell’area protetta del Monte Castellare, racconta Colombini: la nostra Associazione ci aveva investito molte energie rimettendolo in funzione nel 2012 e tenendolo aperto fino al 27 febbraio 2017. Da allora il Comune di San Giuliano Terme ci ha chiesto di restituire le chiavi e non è stato più aperto. A scanso di equivoci, noi non ne chiediamo la gestione anche se ovviamente ci farebbe piacere: l’Amministrazione faccia un bando pubblico. L’importante è che riapra: diventerebbe un punto di riferimento importante anche per le molte scolaresche che, così, avrebbero la possibilità di conoscere da vicino luoghi e scorci di una bellezza unica ma sconosciuti a tanti pisani». È il caso ad esempio proprio del «Monte Castellare, una terrazza straordinaria sulla città da cui si domina anche l’Arcipelago Toscano».
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